Domande frequenti sulla sindrome post-finasteride (PFS)

Indice

Cos’è la Sindrome Post-Finasteride?

La sindrome post-finasteride è una costellazione di sintomi di natura iatrogena causata dall’utilizzo di farmaci inibitori dell’enzima 5 alfa-reduttasi, comunemente utilizzati per il trattamento della caduta dei capelli e dell’ingrossamento della prostata. Si caratterizza per la presenza di diversi sintomi di natura sessuale, neurologica e fisica, che possono persistere dopo la sospensione del farmaco, per un tempo indefinito (mesi, anni o per tutta la vita). Nonostante il nome post-finasteride syndrome (PFS) menzioni solamente la finasteride, questo farmaco è solamente una delle molecole responsabili della sindrome. Infatti, essa può essere scatenata da altre molecole con azione inibitoria dell’enzima 5 alfa-reduttasi, quali dutasteride, farmaco di sintesi, ma anche sostanze naturali contenute in integratori fitoterapici a base di Serenoa repens.

I medici devono informare i pazienti, soprattutto gli uomini e le donne in età riproduttiva, sui potenziali eventi avversi della finasteride, come disfunzioni sessuali ed effetti psicologici (Gupta et al., 2021).

Quali sono i sintomi?

La sindrome post-finasteride può comportare diversi sintomi (Ahire et al., 2021, Borgo et al., 2021, Chiariacò et al., 2016, Gül et al., 2023, Healy et al., 2022, Khera et al., 2020, Traish, 2020):

Sintomi Neurologici/Emotivi

  • Pensieri e/o istinti suicidi
  • Disfunzione cognitiva
  • Brain fog o “nebbia mentale”
  • Insonnia
  • Emozioni ridotte
  • Anedonia o incapacità di provare piacere
  • Depressione
  • Ansia
  • Disturbi di memoria
  • Difficoltà a mantenere l’attenzione

Sintomi Sessuali

  • Disfunzione erettile
  • Alterazioni del liquido seminale
  • Riduzione e rimpicciolimento dei genitali
  • Perdita di sensibilità al pene
  • Riduzione dell’eiaculato e/o disordini eiaculatori
  • Malattia di Peyronie
  • Curvatura del pene
  • Dolore testicolare
  • Diminuzione o assenza di piacere
  • Impotenza
  • Infertilità

Sintomi Fisici

  • Ginecomastia
  • Pelle secca
  • Secchezza oculare
  • Perdita di massa muscolare
  • Minzione frequente
  • Aumento di peso
  • Tremori
  • Microbiota intestinale alterato
  • Fatica, stanchezza
  • Steatosi epatica

Quali sono le molecole coinvolte nella sindrome post-finasteride?

Secondo i criteri diagnostici le molecole responsabili di tale condizione sono le seguenti, sebbene non se ne escludano altre (Healy et al., 2022):

  • finasteride;
  • dutasteride;
  • Serenoa repens (anche nota come Saw palmetto o Palma nana).

Posso sviluppare la sindrome post-finasteride assumendo la Serenoa repens (Saw palmetto / Palma nana)?

Sì, l’utilizzo di Serenoa repens (anche nota come Saw palmetto o Palma nana) rientra nei criteri diagnostici della sindrome (Healy et al., 2022), e nella comunità PFS sono presenti diverse persone che hanno sviluppato i sintomi in seguito all’utilizzo di questa sostanza. Dal 2022, inoltre, la comunità PFS italiana sta conducendo uno studio di rilevamento degli effetti avversi della Serenoa repens, con un team di ricerca basato a Firenze e guidato dal professor Fabio Firenzuoli (Crescioli et al., 2023, Gallo et al., 2021).

Anche i prodotti ad uso topico possono scatenare la sindrome post-finasteride?

Molto probabilmente sì. A tal proposito, uno studio di Cesarini et al. (2013), ha dimostrato che la finasteride topica viene assorbita ed abbassa i livelli sierici di DHT in maniera comparabile al farmaco orale. Inoltre, abbiamo segnalazioni di pazienti che hanno utilizzato unicamente soluzioni topiche di finasteride ed hanno comunque sviluppato sintomi di PFS.

C’è un rischio maggiore se uso il farmaco per molto tempo?

Uno studio ha rilevato un rischio di disfunzione erettile persistente 4.9 volte maggiore in persone che hanno fatto un utilizzo maggiore di 205 giorni (quasi 7 mesi) rispetto a utilizzi di minore durata (Maksym et al., 2019).

La sindrome post-finasteride può portare ad un abbassamento del testosterone?

È importante sottolineare che la PFS non coincide con l’ipogonadismo. Tuttavia, diversi membri della comunità PFS hanno riportato livelli significativamente bassi di testosterone e di altri ormoni sessuali e, nonostante abbiano intrapreso terapie ormonali, non hanno riscontrato miglioramenti. In alcuni casi, l’utilizzo di androgeni ha persino portato a un peggioramento dei sintomi. La mancata risposta alle comuni terapie ormonali rappresenta un importante campanello d’allarme, oltre che un possibile indizio diagnostico della sindrome, per il clinico che si occupa del paziente.

Anche le donne possono sviluppare la sindrome post-finasteride?

Molto probabilmente sì. Esiste infatti una testimonianza in merito: ad esempio, nel documentario della TV Bulgara The Wonderhair Pill, una donna di nome Sara condivide la sua esperienza riguardo agli effetti avversi della finasteride (il video è disponibile al minuto 16:10 al seguente LINK).

L’utilizzo di finasteride può avere un impatto sulla fertilità?

Sì, la finasteride, anche a basse dosi, può influire negativamente sulla fertilità, riducendo la motilità, la concentrazione e la conta degli spermatozoi. In molti casi, questi parametri tornano alla normalità dopo la sospensione del farmaco, ma in alcuni il recupero completo non si verifica (Samplaski et al., 2013).

Come faccio a sapere se ho sviluppato la sindrome post-finasteride oppure no?

Al momento non si conoscono i marcatori biologici che possano identificare la patologia. Pertanto, per quanto concerne l’aspetto sessuale, è necessario escludere altre patologie che possano spiegare i sintomi (ad esempio, ipogonadismo primario, ipogonadismo secondario, iperprolattinemia…) e sull’utilizzo dei recenti criteri diagnostici, che prevedono la presenza di alcuni indizi e la persistenza dei sintomi per almeno 3 mesi dalla sospensione del farmaco (Healy et al., 2022).

Dove posso segnalare la mia reazione alla finasteride o dutasteride?

È molto importante segnalare gli effetti avversi dei farmaci all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), seguendo le istruzioni disponibili al seguente link: https://servizionline.aifa.gov.it/schedasegnalazioni/#/ Ciò contribuisce a tracciare la sicurezza dei farmaci e a migliorare la tutela della salute pubblica.

Riferimenti

  • Ahire, A., Nair, K. P., Shankaranarayana Rao, B. S., & Srikumar, B. N. (2021). The potential involvement of cholinergic system in finasteride induced cognitive dysfunction. Psychoneuroendocrinology, 124, 105066. https://doi.org/10.1016/j.psyneuen.2020.105066
  • Borgo, F., Macandog, A. D., Diviccaro, S., Falvo, E., Giatti, S., Cavaletti, G., & Melcangi, R. C. (2021). Alterations of gut microbiota composition in post-finasteride patients: a pilot study. Journal of endocrinological investigation, 44(6), 1263–1273. https://doi.org/10.1007/s40618-020-01424-0
  • Gupta, A. K., Venkataraman, M., Talukder, M., & Bamimore, M. A. (2021). Finasteride for hair loss: a review. Journal of Dermatological Treatment, 33(4), 1938–1946. https://doi.org/10.1080/09546634.2021.1959506
  • Caserini M, Mailland F, Radicioni M, et al. (2013). Single and repeated dose of finasteride topical solution in subjects with androgenetic alopecia: a pharmacokinetic and pharmacodynamic study. Journal of the American Academy of Dermatology, 68(4), AB108. https://doi.org/10.1016/j.jaad.2012.12.448
  • Chiriacò, G., Cauci, S., Mazzon, G., & Trombetta, C. (2016). An observational retrospective evaluation of 79 young men with long-term adverse effects after use of finasteride against androgenetic alopecia. Andrology, 4(2), 245–250. Portico. https://doi.org/10.1111/andr.12147
  • Crescioli, G., Maggini, V., Raschi, E., Gonella, L. A., Luxi, N., Ippoliti, I., Di Giovanni, V., Bonaiuti, R., Firenzuoli, N., Gallo, E., Menniti‐Ippolito, F., Moretti, U., Trifirò, G., Vannacci, A., Firenzuoli, F., & Lombardi, N. (2023). Suspected adverse reactions to medications and food supplements containing Serenoa repens: A worldwide analysis of pharmacovigilance and phytovigilance spontaneous reports. Phytotherapy Research, 37(11), 5289–5299. Portico. https://doi.org/10.1002/ptr.7960
  • Gallo, E., Maggini, V., Lombardi, N., Crescioli, G., Sivelli, F., Vannacci, A., & Firenzuoli, F. (2021). Serenoa repens induced erectile dysfunction: Underdiagnosis and phytovigilance. British Journal of Clinical Pharmacology, 88(5), 2441–2443. Portico. https://doi.org/10.1111/bcp.15129
  • Gül, M., Fode, M., Urkmez, A., Capogrosso, P., Falcone, M., Sarikaya, S., Sokolakis, I., Morgado, A., Morozov, A., Albersen, M., Russo, G. I., & Serefoglu, E. C. (2023). A clinical guide to rare male sexual disorders. Nature Reviews Urology. https://doi.org/10.1038/s41585-023-00803-5
  • Healy, D., Bahrick, A. S., Giatti, S., Goldstein, I., Graf, H., Hellstrom, W. J. G., Irwig, M. S., Jannini, E. A., Janssen, P. K. C., & others. (2022). Diagnostic criteria for enduring sexual dysfunction after treatment with antidepressants, finasteride and isotretinoin. The International Journal of Risk & Safety in Medicine, 33(1), 65–76. https://doi.org/10.3233/JRS-210023
  • Khera, M., Than, J. K., Anaissie, J., Antar, A., Song, W., Losso, B., Pastuszak, A., Kohn, T., & Mirabal, J. R. (2020). Penile vascular abnormalities in young men with persistent side effects after finasteride use for the treatment of androgenic alopecia. Translational andrology and urology, 9(3), 1201–1209. https://doi.org/10.21037/tau.2020.03.21
  • Maksym, R. B., Kajdy, A., & Rabijewski, M. (2019). Post-finasteride syndrome – does it really exist? The Aging Male, 22(4), 250–259. https://doi.org/10.1080/13685538.2018.1548589
  • Samplaski, M. K., Lo, K., Grober, E., & Jarvi, K. (2013). Finasteride use in the male infertility population: effects on semen and hormone parameters. Fertility and sterility, 100(6), 1542–1546. https://doi.org/10.1016/j.fertnstert.2013.07.2000
  • Traish, A. M. (2020). Health Risks Associated with Long-Term Finasteride and Dutasteride Use: It’s Time to Sound the Alarm. The World Journal of Men’s Health, 38(3), 323. https://doi.org/10.5534/wjmh.200012